La marcia dei profughi di Conetta vince e continua verso la manifestazione nazionale del 16 dicembre a Roma
La nostra marcia per la dignità dopo quattro giorni e quattro notti, affrontando compatti e uniti intimidazioni di vario genere, resistendo a pioggia e freddo, ha pagato. Una lotta in nome di Sandrine Bakayoko e Salif Traore, i nostri morti del 2017. Abbiamo marciato e continueremo a farlo per chiedere Verità e Giustizia per loro. Perché non abbiamo affrontato il mar Mediterraneo per finire confinanti in una prigionia chiamata centro di accoglienza, che è al di fuori dei parametri stabiliti da una direttiva europea recepita anche dall'Italia.
Per questo riteniamo che tenere in piedi la struttura dell’ex caserma Silvestro di Conetta, una vera discarica in cui invece dei rifiuti si gettano esseri umani, è essere complici di una situazione di privazione delle libertà.
La nostra marcia ha conquistato un importante risultato con l’avvio di un ritorno alla "normalità". Perché è anormale rimanere rinchiusi in questa gabbia per oltre due anni senza la possibilità di imparare la lingua italiana, di vedersi riconosciuti il diritto all'iscrizione anagrafica, di essere prigionieri della farraginosa macchina delle procedure per la richiesta della protezione internazionale. Perché è anormale lasciare che speculatori di ogni genere sfruttino profughi e lavoratori senza che siano interrogati sul loro operato di gestione affaristico dell'accoglienza.
Il risultato ottenuto ieri, che ha visto finalmente la sistemazione in strutture diverse in alternativa alla Ex caserma Silvestri di Conetta, è anche per tutti i profughi rinchiusi nelle varie discariche di esseri umani in giro per l'Italia. La gestione dell'accoglienza va tolta dalle mani dei privati e affidata a mani pubbliche, insieme a chi ci lavora. Perché siamo davanti ad una mercificazione che trasforma le persone in "pacchi postali" in barba alle leggi internazionali.
La marcia continua verso la manifestazione nazionale del 16 dicembre a Roma per ottenere uguali diritti e contro la ghettizzazione dei migranti e dei profughi. Una marcia per la giustizia sociale e la libertà.
La marcia dei profughi per la dignità