Prima la Tunisia ora l’Albania, USB: la Meloni lancia il bando per le carceri all’estero per i migranti
Ossessionata dagli sbarchi di migranti che aumentano invece di diminuire, a dimostrazione che i flussi migratori sono effetto di una crisi che non si ferma, la nostra primo ministro, ignorando ministri competenti, governo, parlamento va a stipulare direttamente con il primo ministro albanese Ramu la realizzazione di due Centri di Accoglienza in territorio albanese sotto lo stretto controllo della polizia Italiana.
Inutile dire che anche l’Europa esprime perplessità sulle accelerazioni italiane in materia di immigrazione, intenzionata a gestire il problema unicamente a difesa della sua campagna elettorale.
A noi sembra che sia l’ennesimo balzo in avanti, principalmente mediatico, ma che svela, dopo il passaggio sulle riforme istituzionali, la vera vena decisionista e autoritaria della ex giovane balilla.
Nel merito inutile dire che un provvedimento del genere oltre ad entrare in immediato conflitto con il Diritto di Asilo riconosciuto dalle grandi “democrazie occidentali”, oramai sempre meno grandi e sempre meno democratiche, provocherà nuove ed enormi tensioni anche nel nostro paese, tenuto conto che questa operazione potrà interessare massimo 3000 persone a fronte delle ormai centinaia di migliaia di migranti che stanno raggiungendo il nostro paese in quest’ultimo anno.
Come USB siamo intervenuti più volte criticando tutti governi che dalla Bossi-Fini hanno affrontato il problema dell’immigrazione unicamente sotto il profilo della sicurezza nazionale e dell’ordine pubblico;
Sfugge ai partiti politici italiani, il ruolo che sempre più hanno i lavoratori stranieri nella composizione del prodotto interno lordo, il forte contributo economico che danno al sistema fiscale e sistema pensionistico, ma soprattutto il livello di sfruttamento lavorativo che sono costretti a subire sia dal punto di vista salariale, contrattuale, e di sicurezza . Sono ormai centinaia di migliaia i lavoratori migranti in Italia che a causa di una politica che impedisce la normale circolazione tra le persone ma favorisce solamente la circolazione delle merci e delle finanze, sono costrette a subire il ricatto lavorativo e lo sfruttamento schiavistico.
Infatti secondo dati pubblicati dal Sole 24 ore nei settori in cui sono maggiormente impiegati i lavoratori migranti, servizi alla persona, edilizia, agricoltura, ristorazione, il tasso di irregolarità raggiunge percentuali che vanno dal 24% al 53% del totale degli impiegati nei vari settori.
Probabilmente il Governo Meloni, come del resto i governi precedenti, invece di investire in sicurezza facendo leggi repressive e costruendo centri/prigioni in Italia e all’estero, dovrebbe convincersi che una sana politica di integrazione ma soprattutto l’aumento delle risorse e del personale per il controllo della regolarità nei posti di lavoro, garantirebbe una società più giusta e rispettosa dei diritti di tutti.
USB Migranti