RICATTATI, COSTRETTI A DOMIRE PER STRADA, PARLANO I RIFUGIATI OCCUPANTI DELL'EX VILLAGGIO OLIMPICO A TORINO

Torino -

Fuggiti dalle guerre, dai conflitti in corso in Mali, Libia, Eritrea, Somalia, Costa d'Avorio, Sudan, Tunisia, Egitto, Nigeria, eccetera eccetera, e giunti in Italia sulle coste del Mediterraneo, ormai diventato un cimitero umano, i richiedenti asilo e profughi da giorni costretti a dormir nelle stazioni, per strada e nei vagoni dei treni rivendicano l’occupazione nell’ex villaggio Olimpico a Torino. Eppure avevamo detto, segnalato e denunciato il nostro dramma e calvario nella gestione del “Piano Emergenza Nord Africa”. Un piano costato complessivamente 1 miliardo 300 milioni di euro che è stato utile solo “economicamente” ai quei businessman dell’accoglienza che si sono arricchiti sulla nostra pelle. Quindi anche in Piemonte come nel resto dell’Italia. In questi mesi le nostre rivendicazioni sono cadute nel vuoto e nella politica dello scarica barile tra Ministero dell’Interno, Protezione civile, Prefetture, Regione e Comune. Mentre alcune cooperative o fondazioni si dividevano il denaro, a noi veniva negata una vera e dignitosa accoglienza. Non chiediamo la luna, ma semplicemente l’applicazione di quel diritto all’accoglienza sancito nelle carte delle Nazioni Unite, ma puntualmente e sistematicamente calpestato in Italia dalla politica. La nostra vita di persone fuggite dalle guerre non viene tutelata né salvaguardata perché dopo 150 anni di storia dell’Italia, non vi è una legge organica sull’asilo politico. Ringraziamo tutte le persone che hanno espresso solidarietà portandoci pasti, lenzuola, materassi e altri generi necessari. Abbiamo ben compreso come alla base di tanta solidarietà ci sia non un banale umanitarismo ma un forte senso di indignazione di fronte al fatto che le istituzioni di questo paese facciano finta di niente, che il problema costituito da chi fugge da guerre carestie schiavitù o guerre, spesso fomentate da paesi occidentali o multinazionali per i loro interessi, non esista. Questo ci da la forza di continuare a rivendicare quel diritto all’accoglienza che un paese storicamente terra d’emigrazione dovrebbe sentire ancora vivo nelle proprie corde.

Torino, 2 aprile 2013

Movimento rifugiati e Profughi Per info/sostegno: immigrati.autorganizzati@gmail.com