Verona, 21 Aprile: Manifestazioni dei migranti
Ci siamo. Le politiche del centrosinistra sul lavoro e sull’immigrazione dimostrano di essere quello che ci aspettavamo. Da un lato, il nascondersi dietro meri gesti di facciata e di cooptazione mirata (far diventare invisibili gli immigrati facendo sparire le code davanti alle questure; creare consulte sull’immigrazione prive di poteri reali e che servono solo a legittimare, con un falso consenso, quanto viene pensato e prodotto contro i migranti). Dall’altro, il proseguire sulla scia di dispositivi di legge e di governance della migrazione che trattano i migranti come indesiderabili, come mera mano d’opera, come equilibristi da trattenere tra clandestinità e sfruttamento mantenendo il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, gli ingressi legati a quote che hanno già da tempo dimostrato platealmente di non poter essere programmate nei regimi di accumulazione flessibile, offrendo i migranti agli sponsors (dalla caritas ai sindacati) come risorsa immediatamente monetizzabile.
Poco importa che il trasferimento alle Poste delle pratiche per il rinnovo dei permessi di soggiorno venga a gravare sulle tasche dei migranti per cifre insostenibili e che il sistema abbia già dimostrato di essere del tutto ingestibile. L’importante è che i migranti non si vedano.
Poco importa che i migranti siano da sempre già qui. L’importante è mantenere la finzione che che permette di pensare che essi vengano chiamati sulla base di contratti di lavoro stipulati all’estero e continuare a sfruttarli con il ricatto della clandestinità.
Poco importa che per i migranti non ci siano case, diritti, dignità. Quello che interessa è rapinarli anche del TFR, convincendoli a trasferirlo a fondi pensione (gestiti anche dai sindacati conferederali, che molti scrupoli non si fanno nei confronti degli stessi migranti che pagano loro le tessere), quando una pensione non l’avranno mai.
Per quanti sforzi facciano, i migranti non sono invisibili. Abbiamo imparato a prenderci i nostri diritti e le nostre case. Sappiamo che nussuno ci darà nulla, sinché non sarà spezzato il vincolo tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro e sinché non verrà ritirata quella legge 30 che, se permette un feroce sfruttamento dei precari italiani, per noi significa essere permanentemente a rischio di clandestinità e di espulsione.
La mobilitazione francese contro il CPE dell’anno scorso ci ha insegnato che la lotta contro la precarizzazione è possibile vincerla. La mobilitazione dei migranti negli USA il 1 maggio del 2006 ci ha insegnato che è possibile affermare la centralità del lavoro migrante e che il desiderio di una vita degna non può essere nascosto dietro alcun muro.
Siamo i migranti che occupano le case, se non ce le danno. Quelli che bloccano i cantieri, perché ci venga pagato quanto dovuto. Quelli che pretendono il rinnovo del permesso di soggiorno per tutti e in tempi brevi, perché ne hanno il diritto. Quelli che resistono e che inventano percorsi di lotta sul terreno del lavoro precario e dentro le false cooperative che piegano i migranti a rapporti di piena subordinazione ricattata.
Abbiamo deciso di prenderci la piazza per prenderci i diritti. Senza aspettare che un preteso governo amico trovi il tempo di risolvere le sue beghe interne o ci dica, di nuovo, che la responsabilità di ciò che decide è dell’Europa che esternalizza i CPT e organizza devastanti politiche del lavoro.
I migranti non hanno amici. Si organizzano da soli dentro pratiche di movimento che definiscono il comune delle lotte del lavoro migrante e del lavoro precario.
Chiamiamo migranti, coordinamenti di lotta e reti di movimento ad una manifestazione a Verona da tenersi nella seconda metà di aprile.
Per la regolarizzazione di tutti i migranti nello spazio europeo.
Contro il trasferimento alle Poste - una società privata che ci rapina legalmente - delle pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno.
Contro la legge truffa sul TFR.
Per la casa, per i diritti sociali di migranti e precari.
Coordinamento migranti Verona - Coordinamento migranti San Bonifacio