25 aprile 2008, Verona, giornata dell'indignazione
Ore 15,00 – Stazione Porta Nuova
Aderisce RdB CUB Immigrati
Le nostre città stanno diventando città della paura.
Non per motivi reali, ma per l’effetto indotto da retoriche securitarie e paranoiche di cui si fanno portatori cinici imprenditori politici delle passioni tristi.
Troviamo indecente stigmatizzare l’altro, costringerlo nella gabbia del pregiudizio, obbligarlo all’esclusione.
Troviamo pazzesco che il veneto, per lungo tempo terra di emigrazione, pretenda di chiudersi di fronte agli stranieri e di piegarsi su di sé. Su di una fantasiosa, inesistente, identità padana che ci va comunque stretta e che rischia di soffocare la creatività, la gioia, l’imprenditorialità singolare e collettiva degli uomini e delle donne che nel veneto ci vivono. E che dal veneto partono per andare liberi in giro per il mondo.
Troviamo demenziale la pretesa che chi in veneto vive e lavora debba poi farsi invisibile di notte, dato che le case non ci sono e che le agenzie rifiutano di affittare agli stranieri.
Politici impresentabili, che probabilmente non passerebbero l’esame di cultura italiana che pretendono di imporre agli stranieri, incolti e fieri della loro crassa ignoranza, lavorano alla chiusura degli spazi , vogliono fare delle nostre città fortini difesi, e marciano alla testa dei cortei dei razzisti, quando non sono in prima persona dei pregiudicati per fatti di razzismo.
Non si vergognano di trovate inutili e dannose, comunque solo retoriche, quali quelle che mettono in campo contro gli stranieri. Non si vergognano di evocare scontri di civiltà che esistono solo nelle loro teste incivili. Ci parlano di valori e solo sanno produrre violenza, miseria, idiozia, aggressività nei confronti dei più deboli.
Noi facciamo parte di un altro mondo. Quello che col nostro lavoro cerchiamo di guadagnare per noi e per tutti. Un mondo aperto, senza frontiere, senza violenza né guerra, un mondo di fratellanza e di ospitalità. Quello che immaginavano i partigiani e i costituenti dedicando il 25 aprile alla liberazione. Alla liberazione della paura, dal fascismo e dal razzismo.
La nostra città, il nordest che viene, è quella che vince e che vince la paura. E’ quella che vediamo dischiudersi come potenza di un comune nei giochi dei bambini. Nell’amore dei giovani che non conosce il colore della pelle. Nell’incrocio di culture che ci spalanca il mondo.
Un grande filosofo, Baruch Spinoza, diceva che l’indignazione non è animata dalla distruttività dell’odio. E’ una passione che apre all’altro perché la proviamo quando chiaro vediamo il peso dell’ingiustizia. Indignarsi è già compiere un passo verso l’altro. E’ sentire quello che sente lui.
Per questo riteniamo giusto aderire al giorno dell’indignazione a Verona. Noi preferiamo la gioia all’odio, la vita alla morte. Noi stiamo dalla parte di miliardi di persone. Non con i pochi potenti che le opprimono, le sfruttano e le denigrano.