Archivio 2006 Comunicati

Roma -

Archivio 2006 Comunicati

 

6 dicembre 2006 - Comunicato RdB CUB Immigrati

Rinnovi dei Permessi di Soggiorno alle Poste Italiane
180 milioni per le spese postali e tessera elettronica
a carico dei lavoratori immigrati
Un vero processo costoso, e con totale mancanza d’informazione

Il Ministero dell’Interno ha annunciato che la procedura per il rinnovo dei permessi di soggiorno e per il rilascio della carta di soggiorno cambierà: dopo rinvii dell’ultima ora, la nuova procedura partirà su tutto il territorio nazionale il prossimo 11 dicembre.
La nuova procedura è stata concordata tra Ministero dell'Interno, Anci (associazione dei Comuni), Istituti di Patronato e Poste Italiane spa.
Gli immigrati devono ritirare il kit contenente la modulistica presso uno dei 14.000 Uffici Postali presenti su tutto il territorio nazionale, mentre la domanda potrà essere consegnata, invece, solo in uno dei 5.332 Uffici Postali abilitati. Successivamente le Questure convocheranno gli immigrati tramite raccomandata per fare i rilievi fotodattiloscopici (impronte digitali) e per la consegna dei permessi (scheda elettronica).
Il supporto per la compilazione delle domande, che risultano esageratamente complesse, dovrebbe essere a cura dei Patronati e dei Comuni, ma ad oggi la confusione e l’impreparazione è un dato dominante. Neppure nelle sedi delle questure fino a pochi giorni fa c’erano avvisi al pubblico.
Cosa succederà agli immigrati che stanno prenotando con il vecchio metodo in questi giorni? Nel dubbio si dovranno mettere in fila davanti agli sportelli postali e alle Questure? Com’è possibile creare situazioni di questo genere che dimostrano la totale mancanza di rispetto per i tre milioni di immigrati?
Quanto verrà a costare ai cittadini immigrati? Gli immigrati dovranno andare alle poste per ritirare il kit dei moduli (fare la fila), trovare lo sportello del comune o padronato per la consulenza e assistenza alla compilazione della domanda (con appuntamento o fila), tornare all’Ufficio Postale (cercando quello abilitato alla trasmissione e mettersi di nuovo in fila), pagare € 30.00, altri 14.62 per il bollo poi aspettare la raccomandata della Questura (che significa spesso ritirarla all’ufficio postale, con nuova fila), andare in Questura (nel capoluogo di provincia di residenza, altro viaggio), farsi prendere le impronte digitali e ritirare il permesso di soggiorno (quindi pagare altre € 27.50 per la stampa).Totale costo € 72.12.
Tutto questo iter significa giornate di lavoro perse e viaggi, a parte i disagi di dover fare cinque passaggi e file. Chi svolge attività a tempo determinato (come lo sono oggi la stragrande dei contratti) o interinale, si troverà a dover affrontare frequentemente una spesa che certo peggiorare la già precaria situazione economica e lavorativa.

Siamo di fronte ad una vera privatizzazione del rilascio del permesso di soggiorno!!
PRESIDIO - CONFERENZA STAMPA
PRESSO LE SEDI CENTRALI DELLE POSTE ITALIANE

Tutte le strutture sono invitate a organizzare conferenze stampa presso sedi delle poste italiane

 


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4 dicembre 2006 - Comunicato Sportello Immigrati RdB CUB Roma

AMATO versus FERRERO

Il ministro Amato, un'altra volta, vanifica le parole del ministro Ferrero. Siamo ormai abituati a questo contrapporsi fra organi istituizionali. La chiarezza, specie in materia di diritti sociali ( vedi PACS, droghe, bioetica, immigrazione…), non fa parte del corposo programma di governo, anzi….
La querelle, questa volta, verte sulla cosidetta "autosponsorizzazione", che il cittadino straniero, intenzionato a lavorare in Italia, dovrebbe garantire tramite una somma di denaro depositata.
Ferrero vede con favore tale ipotesi, mentre per Amato, sarebbe un "lucroso canale di immigrazione legale sfruttato dalle organizzazioni criminali". Confindustria è d’accordo….anzi, Amato è in armonia con l’associazione degli industriali, che per prima ha evidenziato le sue perplessità sulla fattibilità del percorso. E le perplessità di Confindustria vanno rispettate.
Nessuno, però, si è chiesto, quanti siano i cosidetti "overstayer" ( stranieri entrati legalmente, anche con visto turistico, e non rimpatriati ): forse loro sono immuni dallo sfruttamento di organizzazioni criminali? Basta guardare per le strade o nei locali notturni. Basta avvicinarsi presso un cantiere. Basta entrare in alcune case.
Come al solito, tutto viene demandato alle recondite ragioni confindustriali, l’ipocrisia prevale ed un certo elettorato viene tranquillizzato.
Intanto si può continuare a lucrare legalmente sui bisogni altrui con la nuova procedura presso gli uffici postali ( 30 euro un’assicurata ( !? ), 14,60 euro una marca da bollo, 27,50 euro il permesso elettronico ): IL RISANAMENTO DELLE CASSE DELLO STATO E DELLE POSTE E’ GARANTITO.

A quando la tassa per l’occupazione del suolo pubblico?


27 novembre 2006 - Comunicato Sportello Immigrati RdB CUB Roma

A COSA SERVONO I CENTRI PER L’IMPIEGO?

Gli uffici di collocamento ( oggi Centri per l’impiego ), non sono in grado verificare la legittimità dei rapporti di lavoro. In misura palese, avviene per gli immigrati, che sono sempre più soggetti al ricatto del contratto di lavoro per garantirsi il permesso di soggiorno. Qualsiasi condizione contrattuale viene accettata, qualunque retribuzione viene subita.
La verifica delle condizioni contrattuali, presso i Centri per l’impiego della Provincia di Roma ( ma immaginiamo ovunque ), è inesistente, per cui risulta "naturale", che a parità di qualifica con un lavoratore italiano, l’immigrato deve accettare un orario inferiore ( si pensi nell’edilizia o nei pubblici esercizi ad orari di 15/20 ore settimanali!!! ). Con la legge 30, si sono aperte nuove possibilità per i datori di lavoro e per tutti ( nessuno escluso<//u> ) coloro i quali vogliono guadagnare dalla miseria altrui. I contratti a progetto sono divenuti una costante per individui privi di scrupoli: ambulanti o imprese artigianali, che assumono "addetti al marketing" ( !! ); pubblici esercizi, che assumono a progetto camerieri o facchini; cooperative, che assumono pulitori o manovali con tali tipologie contrattuali. Mentre le istituzioni tacciono.
Un tale mercato è ben identificabile, ma negligenze e incompetenze, fanno dimenticare i diritti degli ultimi dei lavoratori. E’ assente la volontà di riscontrare, è manifesta la colpevole inadeguatezza a ridare dignità umana
Riteniamo, che la perseveranza nel non garantire i lavoratori tutti, investono problematiche, che si riversano in ambito sociale e riguardano:
1 ) i diritti degli immigrati e la loro eguaglianza con gli autoctoni nell’ambito del mercato del lavoro;
2 ) la scomparsa dello sfruttamento e della filiera d’illegalità, che esso implica ( a qualsiasi livello e contesto );
3 ) la sparizione di fenomeni xenofobi e razzistici, derivati dalla "concorrenza" dello straniero, troppo frequentemente individuato come un ladro di lavoro;
4 ) la riqualificazione salariale per tutti i lavoratori ed il rafforzamento dei diritti sindacali.
Crediamo, che la scarsa attenzione su quanto esposto, sia dovuta all’ incapacità gestionale dei Centri per l’impiego ed alla superficialità con cui vengono affrontate tematiche peculiari. Sappiamo, però, che gli strumenti atti a contrastare fenomeni di sfruttamento, illegalità e discriminazione, esistono e, i Centri, hanno il dovere di implementarli. Segnalare all’Ispettorato del lavoro evidenti assunzioni illegittime, denunciare eventuali illeciti, dovrebbe essere la norma, per un’Amministrazione pubblica, che voglia garantire diritti di cittadinanza ed equità costituzionale. Non vorremmo avere l’impressione che, tali adempimenti, fossero ritenuti superflue incombenze.
Comprendiamo, che la questione esposta, offre ( per i cittadini stranieri ) letture diverse e laceranti, ma riteniamo debba trovare delle soluzioni immediate ed efficaci, che non siano il solito balletto di dichiarazioni d’intenti ed ipocrite dissertazioni intorno ai bisogni di "poveri reietti", anche in previsione dell’apertura dei nuovi "flussi".


15 novembre 2006 - Comunicato RdB CUB P.I. - settore Statali

Di nuovo all’opera la canea antimmigrati
Non volevamo crederci, ma purtroppo la realtà sta superando superando le peggiori previsioni
scarica il volantino

Non solo nel governo non si parla più di cancellare leggi come la Bossi Fini che, oltre a non risolvere il problema dell’immigrazione clandestina hanno aggravato le condizioni di vita per tanti immigrati che risiedono e lavorano in Italia, ma dopo la bozza del Ministro Amato ecco che arriva il disegno di legge presentato in Parlamento da Violante ed altri deputati DS, che prevede l’obbligo per gli stranieri che chiedono il permesso di soggiorno di depositare le proprie impronte digitali, pene pesantissime per chi le modifica e l’arresto per chi dichiara false generalità.
Il senso di questa iniziativa è chiaro: perseguitare, con mezzi sempre più stringenti, le migliaia di cittadini/lavoratori che arrivano nel nostro paese, allo scopo di utilizzarli quando servono e fintanto che servono alla nostra economia, negando loro ogni diritto e ogni parvenza di dignità, considerandoli merce e non persone.
La cosa peggiore è che, con l’alibi di combattere la microcriminalità, si perseguono scelte che, lungi dal favorire l’accoglienza e l’integrazione, danno fiato alle peggiori pulsioni razziste e xenofobe; non a caso Violante ha ricevuto il plauso di esponenti di Alleanza Nazionale e della Lega.
Coloro i quali hanno, in questi mesi, impedito che anche sul tema dell’immigrazione si costruisse un grande momento di mobilitazione che esaltasse il protagonismo degli immigrati, capace di innescare un percorso ed un confronto duro e conflittuale con questo governo, come la situazione richiede, sono serviti.
Era già evidente, purtroppo, sin dalle prime uscite di molti esponenti politici di questa maggioranza (sulla necessità di mantenere i CPT magari "abbellendoli", di continuare con le espulsioni e con gli accordi di riammissione, ecc), che sull’immigrazione non si voltava pagina.
Per questo è ancora più grave che sulla necessità di contrastare le posizioni governative abbia prevalso l’attendismo o peggio ancora il boicottaggio di iniziative che su questo tema avrebbero veramente potuto mettere in difficoltà Prodi e tutte le forze politiche che fanno parte del suo Governo.
Questa vicenda ci mostra con assoluta chiarezza quanto sia necessario rilanciare un movimento per i diritti e la dignità degli immigrati che sappia coniugare l’indipendenza delle proprie posizioni con un piattaforma chiara, aggregante e conflittuale.

Per questo motivo sosteniamo la manifestazione indetta dal Comitato Immigrati in Italia per il 26 Novembre prossimo a Roma,
sapendo però che bisogna lavorare con più forza alla ricostruzione di un movimento realmente antirazzista e per la libertà dei migranti.

4 novembre 2006 - Comunicato RdB CUB P.I. - Min. Lavoro

CACCIA APERTA AI CLANDESTINI DA PARTE DELLE ISTITUZIONI

Con il pretesto della lotta al lavoro nero gli ispettori del lavoro continuano ad essere utilizzati per rastrellare immigrati "clandestini"
Nel Lazio, in questi giorni, nelle campagne dell’agro pontino, la scorsa estate sul litorale con l’operazione "acqua azzurra" e poi nei cantieri edili, nei mercati rionali, ecc.
Questo avviene in tutt’Italia ed è sempre la solita storia: non sono colpiti (se non in piccolissima misura) né padroni, né caporali ma solo "clandestini" pizzicati a lavorare. In perfetta continuità col precedente Ministro, anche Damiano sembra essere interessato ad ottenere risultati eclatanti al fine di riempire statistiche di numeri, commissariati e CPT di esseri umani, i "clandestini" appunto, prima schiavizzati e poi trattati da pericolosi delinquenti.
Quando gli ispettori colpiscono le aziende, come a Roma nel caso dell’Atesia, allora si levano da più parti grida di sconcerto e di indignazione; quando fanno prelevare dalle camionette della polizia i migranti colti in flagranza di reato mentre producono ricchezza per il paese, allora questa è cosa buona e giusta.
E continua, questo governo, a perseverare nell’ipocrita sistema dei flussi programmati per lavoro con l’assurdo e finto incontro a distanza tra domanda e offerta e a mantenere una legge – questa sì criminale – come la Bossi- Fini. In assenza di una normativa sull’immigrazione che sia davvero alternativa, non c’è sostanziale differenza tra il sindaco leghista che offre un bonus di 500 euro alla polizia municipale della sua città per ogni "clandestino" pizzicato e le operazioni di ispettori e carabinieri messe in atto dal Ministero del Lavoro: a rimetterci sono sempre gli schiavi!

19 ottobre 2006 - Comunicato RdB CUB Migranti

CONTRO LO SFUTTAMENTO DEI MIGRANTI
Sit in a Roma , Galleria Colonna, Venerdi 20 ottobre ore 10

" Badanti", manovali, lavapiatti, braccianti. Lavorano di notte, le festività, si sporcano le mani, si spezzano la schiena, muoiono, per lavori, che nessuno vuole più fare. Li utilizziamo per risollevare le sorti della nostra economia, per sopperire ai nostri bisogni e consentirci una vita più comoda.
Non interessa se sono in regola o meno, ma, se occorre, li adoperiamo/sfruttiamo: la famiglia, l’artigiano, l’impresa. I nostri diritti, non debbono essere i loro: chi ha diritti, poi, esige che siano rispettati.
Chiunque sia al Governo sa, ma paga più rassicurare il cittadino/elettore. Leggi, di fatto razziste, che differenziano la persona migrante dall’autoctono: sul lavoro, sulla casa, nei rapporti con la pubblica amministrazione, tutto conduce alla diversificazione dello straniero.
Oggi, il ministro Amato, accoglie nelle sue "note" sull’immigrazione i punti, che i "Giovani di Confindustria" hanno stilato pochi mesi fa: non ci meraviglia, ma qualsiasi legislazione repressiva e vincolata ai contratti di lavoro è destinata a fallire. Come sono destinate a fallire le quote-flussi e la loro ipocrita parvenza di legalità, la costruzione di nuove prigioni diversamente nominate, i blocchi repressivi marittimi e terrestri: nulla potrà fermare la spinta migratoria da paesi depredati, depauperati e colonizzati. La violenza della nostra civiltà, non ha termini di paragone con le esagitate manifestazioni d’intolleranza dovute a sporadici episodi d’illegalità.
Per questo, anche noi, domani saremo in piazza per:

· l’eliminazione del perverso (e falso) meccanismo di incontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro;
· l’introduzione di un meccanismo di regolarizzazione ordinaria per tutte le persone straniere che lavorano in Italia al nero;
· la modifica sostanziale della legislazione sull’immigrazione, ispirata a principi democratici e alla garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti;
· un cambiamento delle politiche migratorie e sull’immigrazione che privilegi gli interventi di inclusione sociale e le politiche di cittadinanza rispetto alle politiche di repressione dell’immigrazione;
· la chiusura di tutti i CPT.

18 settembre 2006 - Comunicato RdB CUB Vicenza

Immigrati
SABATO 23 SETTEMBRE 2006
MANIFESTAZIONE ore 15.30
alla QUESTURA DI VICENZA

Siamo scesi in piazza a Luglio per protestare contro la difficile situazione in cui trovano gli stranieri a Vicenza e provincia. Abbiamo ricevuto tante promesse e buone parole, ma non vediamo nessun miglioramento. Siamo stufi di aspettare e quindi scendiamo nuovamente in piazza per protestare:
CONTRO I RITARDI ECCESSIVI NELLE PRATICHE DI RINNOVO/RILASCIO PERMESSO DI SOGGORNO!
Non è possibile attendere fino a 7 o 8 mesi per vedere rinnovato un documento, che ha una validità limitata nel tempo. E' ingiusto per ogni pratica dobbiamo pagare 5 euro all'Ufficio Stranieri del Comune di Vicenza. L'attesa del rinnovo non ci permette di stipulare un contratto di lavoro, casa, luce, gas: in poche parole paralizza la nostra vita.
PER RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI PIU' FACILI E RAPIDI!
Siamo stufi di aspettare mesi su mesi l'arrivo dei nostri familiari per ritardi burocratici ed inefficienza da parte delle istituzioni competenti.
CONTRO IL CERTIFICATO D'IDONEITA' D'ALLOGGIO a 78 EURO!
Chiediamo che il cenrtificato di idoneità d'alloggio venga rilasciato gratuitamente e che vengono applicati dei parametri più elastici, perchè non si tiene conto dell'emergenza abitativa e del caro-affitti. Denunciamo il razzismo delle agenzie immobiliari che non affittano a priori un appartamento se sei immigrato. Siamo contrari al criterio di residenzialità, che rende ancora più impossibile ottenere un alloggio pubblico.
CONTRO I PRIVILEGI DELLE AGENZIE DI PRATICHE!
E' inaccettabile che se un immigrato si rivolge ad un'agenzia di pratiche ottiene il permesso di soggorno in poco tempo, spendendo centinaia di euro. Denunciamo questo business e questo favoritismo che si alimenta sulla nostra pelle.
PER IL RILASCIO GRATUITO DEL CERTIFICATO PENALE!
Perchè la Questura pretende una marca da bollo da 14,62 euro per un documento che viene rilasciato in carta semplice? Questa carta deve essere rilasciata gratuitamente!

SPORTELLO IMMIGRATI RdB/CUB VICENZA

14 settembre 2006 - Comunicato Sportello Casa CUB Vicenza

A seguito del ricorso presentato unitariamente da Sportello casa CUB e SUNIA
IL TAR BOCCIA LE NORME RAZZISTE DELLA DELIBERA DEL COMUNE DI VICENZA SULLE GRADUATORIE PER L'ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI PUBBLICI

Alla Fine dello scorso mese di Maggio e nonostante le mobilitazioni promosse dallo Sportello Casa CUB la maggioranza di centro destra che governa il comune di Vicenza aveva approvato una delibera "razzista" circa le norme per l'attribuzione del punteggio per le graduatorie per gli alloggi pubblici.
Invece di partire come previsto dalla Costituzione Italiana, dalle normative Europee e dalla stessa legge Regionale del Veneto , sempre di centro destra, che sanciscono che le graduatorie devono assegnare il punteggio in base a PARTICOLARI SITUAZIONI DI DISAGIO ABITATIVO E FAMILIARE O DI DIFFICOLTA' ECONOMICHE, l 'asseassore Piazza, leghista, aveva introdotto un punteggio sulla "residenza": in pratica chi era residente in città o in provincia di Vicenza da un determinato numero di anni (25) poteva avere fino ad una maggiorazione di 4 punti.
Questa norma era stata definita una norma "anti immigrati".
Perchè anti immigrati? Perchè nei fatti non esistono immigrati che risiedono a Vicenza e Provincia da almeno 20 anni.
Nei fatti con questa norma agli immigrati regolari , che lavorano, che hanno famiglia veniva impedito l'accesso all'edilizia pubblica. In realtà questa norma colpiva anche i lavoratori di ritorno dall'estero , qui propagandati dalla lega, e dai lavoratori provenienti da altre regioni.
Ora il TAR dice chiaro e tondo che nelle leggi vigenti in materia " si evince che nessun riferimento è fatto al periodo di residenza maturato dai possibili assegnatari, nè tanto meno ad un periodo minimo di anni..... e pertanto il principio addottato dal comune di vicenza è avulso e estraneo ai principi e alle finalità della normativa..... Pertanto ne è disposto l'annullamento del bando limitatamente alla prescrizione censurata".
La sentenza conferma la giustezza delle nostre lotte, dei blocchi degli sfratti che in questi mesi abbiamo attuato.
Viene finalmente ristabilito un fatto importante; il diritto per essere tale deve essere universale ed esigibile.
L'amministrazione del Comune di vicenza sta inscenado da anni una politica che non da risposte al bisogno di alloggi presente in città; a fronte di circa mille domande ogni anno il comune assegna solamente un centinaio di appartamenti; è questo il vero razzismo non tanto e solo contro gli immigrati ma contro chi è povero.

5 settembre 2006 - Comunicato RdB CUB Puglia - Sportello Immigrati RdB Bari

SFRUTTAMENTO IMMIGRATI in CAPITANATA:
lacrime di coccodrillo

La vicenda dei lavoratori migranti della provincia di Foggia impegnati nella raccolta dei pomodori, denunciata in un ottimo articolo sull’Espresso, fa da un lato rabbrividire e dall’altro arrabbiare.
Come RdB-CUB, infatti, da diversi anni denunciamo, insieme ad altre associazioni umanitarie e di volontariato, questa triste realtà di vera e propria schiavitù.
Quello che succede in capitanata, oggi denunciato dall’Espresso, è il frutto di leggi sbagliate che vanno subito cancellate e non modificate, a partire dalla famigerata "Bossi-Fini".
La Puglia è diventata in pochi anni una Regione con il più alto numero di luoghi di detenzione di immigrati, prima il CPT di San Foca gestiti da Don Cesare Lo Deserto per conto della Curia di Lecce, con un altissimo numero di denuncie per maltrattamenti, poi la "roulottopoli" spacciata come Centro di prima accoglienza ed oggi il nuovo CPT di Bari Palese. Ora l’ennesima emergenza dei tanti immigrati che sono costretti a vivere all’agghiaccio nelle piazza della città di Bari rischia di creare forti disagi e momenti di frizione con la collettività barese, la quale ha sempre espresso sinora tanta solidarietà e tolleranza.
Siamo costernati perchè tutto questo avviene in una regione governata dal Centro-Sinistra che ha fatto del tema dell’immigrazione una propria bandiera. E’ ancora ben impressa nella mente di tutti sia l’assemblea, tenutasi non più di tre mesi fa, promossa dalla Regione Puglia proprio a Foggia sul tema dell’immigrazione e sia quella con la presenza di ben 13 Presidenti di Regione per chiedere la chiusura dei CPT. Evidentemente dalle parole ai fatti ci passa il mare ed anche questa volta sembra che il proverbio si sia avverato.
Ritornando alle vicende di capitanata, rasentiamo l’incredibile poiché i migranti sfruttati da caporali e latifondisti da parte lesa rischiano di diventare i colpevoli, colpevoli di sfuggire alla fame e alla miseria.

Infatti, l’attuale Governo ed il Ministro degli Interni On. AMATO, anziché inviare sul posto Ispettori del Lavoro, Guardia di Finanza, Medici del Lavoro, ha pensato bene di mandare il capo della Polizia De Gennaro, come se il tutto si riducesse ad un caso di ordine pubblico.
La stessa proposta del Ministro Amato di estendere i benefici dell’Art.18 della legge Bossi-Fini appare impraticabile per le lunghissime e farraginose procedure e, quindi, può rivelarsi una misura restrittiva nei confronti dei migranti. Come sindacato RdB-CUB e Sportello Immigrati proponiamo che venga garantito a tutti incondizionatamente il permesso di soggiorno e non solo per chi denuncia il proprio datore di lavoro.
Chiediamo, inoltre, che vengano immediatamente attivati tutti i controlli fiscali sui proprietari dei terreni in modo da far emergere e colpire efficacemente tutti gli evasori e i "nuovi schiavisti".
Infine, riteniamo che sia giunto il momento di avviare una seria e concreta politica, coinvolgendo gli Enti Locali, le associazioni e le rappresentanze dei lavoratori migranti, per ripristinare i diritti e la legalità nel mondo del lavoro agricolo, in capitanata ed in ogni luogo.

7 luglio 2006 - Comunicato Reti Nazionali

RETI NAZIONALI PER LA LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E LA CHIUSURA DEI CENTRI DI DETENZIONE PER MIGRANTI
MOBILITAZIONE SABATO 8 LUGLIO DI FRONTE AL MINISTERO DELL'INTERNO

In questi anni una produzione legislativa sempre più xenofoba e discriminatoria ha prodotto una progressiva precarizzazione della condizione migrante sul piano esistenziale e lavorativo. Ricatto e paura sono diventate esperienze usuali nella vita di centinaia di migliaia di donne e uomini immigrati. L'apertura dei centri di internamento per espellendi e dei centri di identificazione ha simboleggiato questo processo, così come  l'stituzione del contratto di soggiorno che sancisce la subordinazione dei diritti della persona agli interessi del profitto.
Solo il protagonismo e le lotte di migliaia di migranti e antirazzisti hanno respinto questo modello inaccettabile che si fa strada su scala nazionale ed europea. Le battaglie del movimento antirazzista e le sue pratiche hanno tenuto aperta la critica concreta alla discriminazione, pagando, per altro, con decine di procedimenti giudiziari per essersi contrapposti alla realtà dei campi di detenzione e alla macchina delle espulsioni.
Di fronte al cambio di governo e di maggioranza parlamentare  le reti per la libertà di circolazione e la chiusura dei Cpt non possono che confermare l'autonomia e la determinazione con cui in questi anni hanno perseguito obiettivi irrinunciabili. Continueremo a lottare, per chiedere e ottenere la fine di ogni forma di detenzione amministrativa, e dunque la chiusura definitiva dei centri di permanenza temporanea, per l’abrogazione della legge Bossi-Fini senza che si torni alla Turco-Napolitano, e per una legislazione che riconosca le istanze espresse in questi anni dal movimento dei migranti.
Chiediamo al nuovo governo misure immediate e cambiamenti radicali. 

Per questo sabato 8 luglio alle ore 11.00 saremo in presidio di fronte al Ministero dell'Interno per incontrare la Sottosegretaria Lucidi

Chiederemo quali iniziative urgenti sta assumendo il governo su questo terreno socialmente decisivo, ribadendo le nostre rivendicazioni e l'intenzione di agirle nei prossimi mesi attraverso una campagna di mobilitazione che partirà dal  protagonismo diretto e di massa dei migranti e di tutti gli antirazzisti.

5 giugno 2006 - Comunicato RdB CUB Immigrati

I CPT NON SI CHIUDONO, MA SI MOLTIPLICANO
Il Governo prepara un progetto di legge per aumentare il numero dei centri di permanenza temporanea per immigrati

Il Ministro degli Interni Giuliano Amato ritiene che il problema dei CPT si possa risolvere con l’aumento del loro numero, infatti è stato annunciato che è in preparazione un progetto di legge per la costruzione di altri CPT sul territorio italiano oltre agli attuali 16 centri.
E’ una presa di posizione gravissima, mentre proprio in questi giorni la situazione dell’immigrazione si riconferma drammatica: dalle rivolte nel CPT di Torino, ai corpi senza vita raccolti dalle reti dei pescatori italiani nel mediterraneo, all’incendio della baraccopoli di Siracusa.
Ci troviamo di fronte ad in arretramento anche rispetto alle promesse di "umanizzazione" dei CPT, per il Governo la prima azione da intraprendere è l’aumento della capacità di "reclusione" e di espulsione dei lavoratori immigrati, il resto è secondario.
Una politica di vera accoglienza deve necessariamente partire dalla regolarizzazione di chi è entrato nel nostro paese, fuggendo guerre, fame carestia, torture, eliminando tutte le norme che impediscono la libera circolazione degli immigrati nel nostro paese, riconoscendo loro diritti umani, sociali e politici.
La famigerata Bossi Fini ha creato un esercito di cittadini immigrati clandestini, tutti alla mercè del lavoro nero e di chi specula sulla loro condizione, sottoponendo anche i "regolari" ad una estrema precarietà dei propri diritti di cittadini e di lavoratori. Tutto il movimento degli immigrati e antirazzista del nostro paese, con grandi mobiltazioni, ha chiesto con forza l’abrogazione della Bossi-Fini e la chiusura definitiva dei CPT.
Emerge la necessità di rilanciare le iniziative di lotta per i diritti e le libertà degli immigrati ribadendo con chiarezza i punti dell’ultima grande manifestazione nazionale svoltasi a Roma il 3 dicembre scorso:

- per la chiusura definitiva dei Centri di Permanenza Temporanea e dei Centri di Identificazione
- per l'abrogazione della legge Bossi-Fini, senza che se torni alla precedente Turco-Napolitano e alla cultura che l'ha ispirata
- per la rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
- per una legge in materia di asilo politico che tuteli realmente i richiedenti asilo ed i rifugiati
- per la cittadinanza di residenza e il diritto al voto per tutti i migranti
- per il rilascio ed il rinnovo immediati di tutti i permessi di soggiorno, per la regolarizzazione permanente di tutti i migranti in Italia, per la libertà di circolazione
- per fermare tutte le espulsioni e gli accordi di riammissione
- per l'abrogazione di tutti i reati connessi alla clandestinità, per la non punibilità ovvero l'amnistia-indulto per i reati legati alle lotte sociali
- contro la guerra e per l'abrogazione della legge Pisanu

17 maggio 2006 - Comunicato RdB CUB Immigrazione

Ministro Ferrero, abrogare subito la Bossi Fini !

Nel fare i nostri auguri al nuovo Ministro delle Politiche Sociali, On. Paolo Ferrero, cogliamo l’occasione per ricordare che la famigerata Bossi Fini ha creato un esercito di cittadini immigrati clandestini, tutti alla mercè del lavoro nero e di chi specula sulla loro condizione.
Tutto il movimento degli immigrati e antirazzista del nostro paese, con grandi mobiltazioni, ne ha chiesto con forza l’abrogazione.
Una politica di vera accoglienza deve necessariamente partire dalla regolarizzazione di chi è entrato nel nostro paese, fuggendo guerre, fame carestia, torture, eliminando tutte le norme che impediscono la libera circolazione degli immigrati nel nostro paese, riconoscendo loro diritti umani, sociali e politici.
Ci aspettiamo molto al riguardo dal Governo Prodi e siamo pronti ad incalzarlo con proposte ed iniziative.

16 marzo 2006 - Comunicati RdB CUB - Napoli

"A TUTTI I LAVORATORI AUTONOMI IMMIGRATI ED ITALIANI"

L'iniziativa di mobilitazione dell'RdB/CUB immigrati affinché si realizzasse un "Mercato interetnico" presso le Scale di Montessanto, ha raggiunto un positivo risultato con l'apertura del "Bando Pubblico" per le concessioni del Suolo per tutti gli interessati, sia immigrati che italiani.
LUNEDI 20 MARZO 2006 ORE 16.30
INCONTRO PUBBLICO
PRESSO FEDERAZIONE REGIONALE RdB-CUB

VIA CARRIERA GRANDE 32 CITOFONO 30 PIANO N°4 SCALA B
Partecipano:
Aboubakar Soumahoro: Responsabile immigrazione RdB-CUB
Comune di Napoli: Assessorato al Commercio e Artigianato
Pino de Stasio: Consigliere Circ.Avvocata/Montecalvario PRC
Maria Luisa Rega: Consigliera Circ. Avvocata/Montecalvario PDCI
Isadora D'Aimmo: Assessora Provinciale all'immigrazione
Enzo De Vincenzo: Segreteria Regionale RdB-CUB
Sono invitati a partecipare e ad intervenire:
I lavoratori autonomi immigrati ed Italiani, i disoccupati, le comunità immigrati, le associazioni culturali, i movimenti di lotta, le forse politiche e Sociali, nonché tutta la Stampa, ecc.
Info: 3479250741

10 gennaio 2006 - Comunicato RdB CUB Immigrazione

PROCESSO DI MERCIFICAZIONE
"la regolarizzazione dei flussi d’ingresso di immigrati è un vero e proprio processo di mercificazione di uomini e donne, lavoratori italiani e non"

La politica delle quote, ovvero dei decreti flussi – parte integrante della riforma Martelli del 1980 - fu introdotta anche nel Testo Unico sull’Immigrazione del 1998 (legge Turco - Napoletano), a cura del governo di Centro Sinistra.
Il governo Berlusconi, ispirandosi all’eredità del centro sinistra, ha rilanciato anche quest’anno la politica delle quote attraverso il decreto flussi, con la seguente premessa: " rilevato che per far fronte alle esigenze del mercato del lavoro subordinato in Italia, è necessario ed urgente consentire l’ingresso, per il 2006, di una quota di lavoratori subordinati a carattere stagionale e non stagionale…" chiarendo in questo modo come la politica delle quote non sia null’ altro che un vero e proprio atto di mercificazione dei migranti, a loro discapito, necessario a soddisfare le richieste dell’imprenditoria e delle politiche neo liberiste.
La cancellazione di questa operazione, che riteniamo schiavizzante, non può (e non avverrà mai) arrivare dal presidente della Confindustria, Luca Montezemolo, in quanto imprenditore; e non c’è neanche da illuderci sulla mobillitazione di chi ieri ha firmato "il patto per l’Italia", ed oggi, insieme ad altri, cammina a braccetto con la medesima Confindustria nella speranza di potersi sedere di nuovo alla tavola della concertazione.
Arriverà, se mai, dalle lotte dei lavoratori immigrati e non, in quanto primi interessati e vittime della presente legislazione, ma in questa battaglia andranno coinvolti in maniera articolata anche i lavoratori italiani, i precari e i disoccupati ecc…, altrimenti anche per loro la precarietà e lo sfruttamento si rafforzeranno in maniera ineluttabile.
Il silenzio e l’ambiguità del sindacalismo confederale, senza distinzione, ci fanno capire qual è la loro posizione su questo tema; la stessa CGIL, a seguito delle mobilitazioni antirazziste, ha dovuto riconoscere che è uno strumento sbagliato e non soddisfacente neppure per le esigenze delle imprese, però si è ben guardata dal condannare la norma. Ogni volta che entrano in vigore, i flussi - siano essi varati da un governo di centro sinistra o di centro destra - non fanno altro che limitare, se non annullare, la libertà di circolazione delle persone, cancellando e invertendo le norme sul lavoro che regolavano (visto ch’è un processo continuo) il rapporto di tra datore e lavoratore.
Per essere più chiari, vogliamo dire che lo strumento dei flussi ha come obbiettivo primario, partendo dal migrante stesso, la sperimentazione delle nuove forme di precarizzazione nel mondo del lavoro per poi raggiungere un secondo, ma fondamentale obbiettivo, che si nasconde dietro queste politiche, l’apice delle nuove forme di schiavitù contemporanea, selezionando e quindi mercificando i stessi migranti e infine i lavoratori tutti.
La nostra posizione come sindacato di base, già espressa nella partecipata e ricca di contenuti manifestazione del 3 dicembre 2005 ( marcata dalla determinazione e dal protagonismo dei migranti), è per l’abrogazione della legge Bossi-Fini (compreso il contratto di soggiorno), contemporaneamente ribadiamo il "No" alla legge Turco - Napoletano e alla filosofia che l’ha ispirata, semplicemente perché noi consideriamo che la libertà di movimento delle persone non può e non deve essere condizionato a nessun tipo di sfruttamento che in fin dei conti, non fa altro che alimentare il razzismo.
Riteniamo, anzi, che la libertà di circolazione deve sempre essere alla base delle rivendicazione delle lotte contro ogni legge di derive xenofoba e neo - liberista.
Rivendichiamo, inoltre, anche l’abrogazione della legge 30 riferita al mercato del lavoro, che si sta configurando come completamento, nel modo peggiore possibile, del "Pacchetto Treu".
Ecco perché diciamo e sosteniamo, che far fronte alle esigenze del mercato del lavoro subordinato in Italia con la regolarizzazione dei flussi d’ingresso di immigrati come sostengono gli ideatori della politica dei flussi, è un vero e proprio processo di mercificazione di uomini e donne.