Comunità africana nelle case pericolanti abbandonate di Pianura
2 febbraio 2007 - Corriere del Mezzogiorno
Comunità africana nelle case pericolanti abbandonate di Pianura
di Fabrizio Geremicca
NAPOLI — Vengono dal Burkina Faso, dal Congo, dalla Costa d'Avorio e abitano in gruppi di otto dentro stanze prive di finestra, in via dell'Avvenire 31, nel centro storico di Pianura.
Quelle vecchie case coloniche, abbandonate da anni dai proprietari, sono il rifugio di chi non ha trovato di meglio. Migranti, per lo più, ma pure qualche famiglia napoletana. Sono immobili pericolanti, come scritto nell'ordinanza di sgombero emessa dall'assessore alla sicurezza abitativa Giorgio Nugnes.
Cartoni e lamiere al posto dei tetti, mura luride, scale instabili. Insomma, un tugurio. Le coperte a garantire una precaria privacy tra un letto e l'altro.
Prima di Natale gli operai dell' Enel hanno staccato gli allacciamenti abusivi. Niente più acqua calda, frigo, stufa per chi non paga 50 euro a un vicino napoletano che rivende l'elettricità.
Altri personaggi della zona ma gli immigrati smentiscono affitterebbero a 100 euro al mese ogni tugurio, pur non avendone titolo alcuno. Le storie raccontano di un sogno di benessere svanito.
Yahaya Ziganì in Africa era idraulico.
« A Napoli — riferisce — lavoro un paio di giorni a settimana come muratore. Guadagno 400 euro al mese. Non ho perrmesso di soggiorno » . Feliz in Burkina Faso era maestro. Ogni mattina alle sei aspetta nella piazza di Quarto i furgoncini che caricano i muratori ed i manovali per portarli a lavorare a nero nei cantieri della zona.
Alle 8.30, se nessuno lo ha preso a bordo, torna a casa. « Una giornata mi frutta 35 euro racconta ma sono fermo da 3 settimane » . Per la burocrazia, sono stranieri temporaneamente presenti. L'unico diritto che hanno è un minimo di assistenza sanitaria, se si ammalano.
Gli assistenti sociali, da queste parti dicono non sono venuti mai. Si è visto invece, l'assessore comunale alle politiche sociali, Giulio Riccio.
Riferisce: « Conosco bene la situazione di via dell'Avvenire. Una soluzione temporanea potrebbe essere di accogliere quelle persone all'interno di una qualche scuola non più utilizzata » . E' una possibilità, tra le altre. « Qualcosa bisogna fare e pure in fretta » , dicono Aboubakar Soumahoro, del comitato immigrati, e Severino Mastrogiacomo, delle rappresentanze di base. Entrambi lamentano l'inadeguatezza delle politiche abitative e di accoglienza, sia nazionali, sia locali.